Venerdì

04 Novembre 2011

Sezione Nazionale

pag. 53

BASKET

Tarquini, dalla Fortitudo ai baby 1931


PADOVA Tiziano Tarquini si è preso una bella gatta da pelare. Lui, tecnico bolognese esperto e navigato, ha accettato una nuova sfida sedendosi su una panchina scomoda come quella del Padova 1931. Domenica scorsa, però, i suoi ragazzi hanno sorpreso tutti vincendo la loro prima gara in campionato contro la corazzata Roveleto, che annovera tra le proprie fila un «mostro» del calibro di Super Mario Boni. Dopo un anno sabatico, legato a motivi di salute e proposte poco allettanti, Tarquini è tornato a predicare il suo verbo cestistico. Un coach preparato che in curriculum vanta in anche il ruolo di vice allenatore della Fortitudo Bologna. «Avevo 32 anni quando cominciai ad allenare – ricorda Tarquini – Facevo l’allenatore-giocatore in Promozione. Poi, è arrivata la proposta di tecnico a tempo pieno della Fortitudo dove ho lavorato 5 anni, dal 1988 al 1993, coprendo vari incarichi tra minibasket, settore giovanile e assistente dell’head coach di prima squadra Mauro Di Vincenzo. In quella formazione, giocavano anche autentiche leggende come “The King” George Bucci e Artis Gilmore». Quale squadra le è rimasta nel cuore? «Il gruppo juniores al Verdeta Modena. Fu un anno massacrante, affrontammo qualcosa come 35 trasferte. Avevamo allestito una compagine competitiva, che partecipava sia al campionato giovanile sia alla serie C, ma non riuscimmo a vincere l’ultimo atto delle finali nazionali». E i giocatori più forti che ha allenato? «Due su tutti: Massimo Farioli e Federico Ferrari. Entrambi hanno avuto carriere importanti. Ora, giocano a Brescia in Legadue e Legnano nella DnB. Ma non è certo merito mio. Sono stati i club a credere nel loro talento. Oggi, invece, è difficile investire sui giovani». Il Padova 1931 punta sulla verve della gioventù. «Qui c’è un gruppo di ragazzi fantastico. Ho avuto la fortuna di subentrare a un allenatore capace come Teso, anche se sto lavorando più dal punto di vista atletico che tecnico. La base, infatti, c’è già, abbiamo soltanto bisogno di esprimere la nostra freschezza in campo». È per questo che ha scelto Padova? «In realtà l’incontro con il ds Cristiano Calore è avvenuto quasi per caso. Stefano Arvedi della Trevigiana, mi aveva segnalato che la società stava cercando un allenatore. Poi, un mio ex giocatore (Ivan Righetti, ndr) mi ha telefonato riferendomi circa le dimissioni di Teso e Calore mi ha chiesto un appuntamento». Nostalgia di Bologna? «Adesso penso soltanto alla squadra. Il nostro obiettivo è la salvezza. Dobbiamo soltanto vincere per credere in noi stessi. E forse alla fine riusciremo perfino a divertirci». Mattia Rossetto